Il Film del Campionato - 2a Puntata

Scritto il 17 Jun 2011 alle 13:40:14 da mazzuk

 

Riprendiamo il racconto di questo Campionato e di quello di cui si sono resi protagonisti i vari Cojoni.

Innanzi tutto, direi giustamente, una lettera anonima pervenuta alla redazione del sito dei Cojoni mi segnala di raccontare di un episodio avvenuto neanche tre settimane fa con attore principale il solito Cojone MouSpin.

Erano i primissimi minuti di svolgimento della partita (sottolineo questo aspetto per documentare in qualche modo la lucidità della maggior parte dei partecipanti non ancora fiaccata dalla stanchezza che spesso pervade i giocatori Cojoni già dopo appena 10 minuti di giuoco), e si era in 10 persone all’interno del campo da calcetto, dico due squadre in tutta regola, e in una delle due giuocava il citato Mito per metà Uomo e per metà Cojone (e forse è più importante e densa la metà Cojone di quella di Uomo).

All’improvviso, al termine di una azione che vedeva un nulla di fatto nella metà campo avversaria e con le due squadre che recuperavano le proprie posizioni, il Mito, con urlo gagliardo e carico di ardito fervore, partiva a chiamare uno schema di punizione di seconda invocando e reclamando una pronta risposta da parte dei suoi camerati.

punizione



Avveniva in quel momento che la palla era tra i piedi dello spaventatissimo (o sorpreso) portiere avversario Bozzo (sempre lui!) che vedeva quindi avvicinarsi veloce la locomotiva irosa, la stessa [locomotiva] acchiappava furiosamente la palla con le mani, poggiava quindi la medesima a terra e infine con occhi spiritati cercava di individuare il compagno più lesto nel trovare la sintonia con il suo pensiero calcistico veloce per poterlo altresì rendere partecipe di una rapida azione di contropiede che – prendendo di sprovvista gli avversari - avrebbe di sicuro garantito la segnatura di una importante rete per la propria squadra.

Ma ahimè … Purtroppo quest’ultima parte accadeva unicamente nella testa del meschino. Mentre avversari e compagni (anche loro), presi sì alla sprovvista, ma dell’evento e non dello schema, abbassavano gli occhi o giravano lo sguardo triste cercando di trovare nuovi motivi nella disputa eterna tra il Bene e il Male. Ovviamente con un pensare interiore di sicuro diventato da quel momento in poi più maturo.

Rimane nel ricordo di tutti l’urlo, la corsa, la frenesia e il chiamar lo schema.

E poi il Silenzio.

Quello con la S maiuscola.

Quel Silenzio che si fa importante, più chiaro ed esplicativo di mille frasi, e che ci fa comprendere l’importanza delle piccole cose, del volersi bene, dello stare vicino agli amici nei momenti difficili e del Tempo che passa imperterrito, perfetto, scontato e un pò glaciale e che magari ci prende pure per il culo.

… Continua …