Dalla Calabria con orrore

Scritto il 17 Jan 2011 alle 10:23:23 da franco

 

SVIENE IN OLANDA CON IL BIGOLO IN MANO, POI SI FA NOTARE PER PERFORMANCES ENOGASTRONOMICHE DI DUBBIO GUSTO
DALLA CALABRIA CON ORRORE, QUANDO L’ITALIANO MOSTRA IL PEGGIO DI SE’
SERGIO CANALE, VERGOGNA DEL BEL PAESE
Ricordate i bei tempi in cui orde di maschi italici risalivano l’Europa per esibire il meglio della loro virile potenza? Bene, dimenticateli. Ora un altro modello di uomo (?) latino imperversa oltreconfine. E se mette mano alla sua attrezzatura di piacere è solo per svenire mentre svuota la vescica, in un immagine che è un mix dirompente di tristezza e mediocrità.
E’ successo ad Amsterdam, un tempo teatro di gesta erotiche da parte dei nostri connazionali e che ora ha invece assistito muta al triste declino del mito del maschio italicus. Protagonista di questa vergognosa debacle è proprio lui, Sergio Canale, 44 anni spesi a distruggere quanto di buono avevano fatto i suoi fratelli. Il “Calabrisello Volante”, che nella Capitale olandese è assiduo quanto indesiderato ospite, è stato infatti rinvenuto esanime in un cesso delle Nederland. L’immagine che si è presentata ai primi soccorritori è stata di agghiacciante desolazione. Nemmeno un Brunel in stato di alterazione alcolica avrebbe potuto immaginare qualcosa di tanto avvilente: il Canale giaceva tra i resti delle sue urine (da qui il vezzoso nomignolo di Canale di Scolo), il flaccido pene stretto una mano anchilosata, un ghigno satrapico sul volto. Le cause? Molte, a sentire i testimoni delle sue vacanze nel Paese dei mulini a vento. Alimentazione sconsiderata, uso smodato di birra, una condizione fisica al confronto della quale quella di Adriano, l’Imperatore della As Roma, può essere definita ottimale.
Pensate che tutto questo sia servito a riportare Canale sulla retta via? Ma non scherziamo suvvia! Il sedicente avvocato, sul cui cursus honorum si avanzano ormai forti dubbi, tornato in Italia ha finto di volersi redimere. “Si torna alla vita sana, allo sport!”, pare abbia proclamato alla fine dell’ennesimo banchetto, sottolineando la frase con un poderoso rutto che ha scompigliato i capelli dei presenti. Pare che la frase sia stata peraltro pronunciata dopo l’assunzione di una infernale mistura a base di amaro lucano e acidi vari (da qui l’altro nomignolo LiSergico Canale) che non ha certo favorito la già scarsa cognizione di sé del soggetto in questione (che continua a considerarsi un atleta di una qual certa consistenza).
Gli amici di sempre, preoccupati dello stato confusionale del Canale, hanno deciso comunque di accontentarlo e si sono adoperati per organizzare una partita di calcetto per soddisfare il compagno di sempre. Per mancanza di spazio e di tempo, ma soprattutto per l’affetto che ci lega alla famiglia, preferiamo sorvolare su quanto Sergetto ha mostrato in campo (tanta velleità, poca qualità). Ma per dovete di cronaca ci vediamo costretti a raccontare il dopopartita quando il Klinsmann de noantri ha iniziato a pontificare sul 4-3-3. Gli amici, candidi e ingenui, pensavano che il cialtrone stesse parlando di calcio e che volesse perorare qualche modulo di gioco. In realtà il meschino si riferiva a quello che avrebbe ordinato a tavola. 4 etti di gricia, 3 saltimbocca alla romana e 3 porzioni di tiramisù. Un pasto gargantuesco consumato con immonda avidità di fronte agli occhi sbigottiti ( e colmi di lacrime) degli amici. Riportato a fatica a casa e restituito agli affetti (?) della famiglia, Canale ha concluso questa sua seria di esibizione esattamente come l’aveva iniziata: faccia in avanti nel cesso, con il coso in mano e un filo di bavetta all’angolo della bocca.