GLI GNOMI DEL CALCETTO
“Babbo…!!!”.
Il dolce bisillabo ruppe il silenzio della notte nel grazioso appartamento di Viale Marconi.
La piccola aveva appena sussurrato ma bastò a strappare il padre da un sonno fatto di stanchezza e inquietudine. Era un lunedì notte e solo poche ore prima aveva giocato a calcetto con i suoi amici di sempre, riportando a casa un paio di lividi e una strana sensazione di disagio. Aveva visto cose… aveva sentito voci…
Attraversò la stanza in silenzio e pochi istanti dopo era accanto al letto della figlia. Lasciò che gli occhi e il cuore gli si riempissero di tenerezza alla vista di quel visino angosciato, gli occhi spalancati come a voler perforare le tenebre della stanza, i meravigliosi capelli a comporre un’aureola scura sul sipario latteo del cuscino.
“Cosa c’è, patata?”, le domandò con dolcezza, sfiorandole il viso perfetto con una carezza.
“Non riesco a dormire – mormorò la bambina – Ho fatto un brutto sogno”.
“E cosa hai sognato?”.
“Non me lo ricordo… ma erano cose brutte. C’erano degli gnomi cattivi”.
“Ho capito – sorrise lui con aria saggia – Dovevano essere gli gnomi del calcetto”.
“Gli gnomi del calcetto?!? – la ragazzina si era improvvisamente animata. Adorava le storie, le favole, i racconti con fate e ...