7 Commenti per questo articolo

 

bozzo ha scritto il 25 mar 2009 alle 00:00...

il commento di franco non e' di franco

rangone ha scritto il 25 mar 2009 alle 00:00...

siete insuperabili!!!!! stampate tutto,a futura memoria....

ameno ha scritto il 25 mar 2009 alle 00:00...

franco ha scritto il 25 mar 2009 alle 00:00...

TRA LETTERATURA E PERVERSIONE VIAGGIO NELL’INCONSCIO DEL CANALE Leggi la cronaca della partitella del lunedì, vergata con grazia e stile da Sergio Canale, e immediatamente avverti una sensazione come di straniamento. L’incipit è indubbiamente colto, quasi esonda nella poesia ungarettiana. Quella “La redenzione, talvolta, è più di una speranza” predispone l’animo di chi legge a un’esperienza dove sport e intelletto si fondono in un unicum di lacerante bellezza. Un piacevole mix tra le cronache sportive, ma al tempo stesso letterarie, del grande Gianni Mura e i ricordi epici, non privi di sberleffi sardonici, che anni fa caratterizzavano gli articoli dell’immenso Gianni Brera. Ma poi prosegui e ti rendi conto che il Canale, nome in codice l’Ameno (oh, se Freud fosse ancora tra noi quanto ci potrebbe raccontare sulla scelta di questo nom de plume!) vive una situazione dicotomica che da una parte incuriosisce ma dall’altra non può non destare preoccupazione in quanti gli vogliono bene. Non si discute sul fatto che il Canale sia in possesso di una prosa vivida, a tratti addirittura immaginifica. E ci piace immaginarlo assiso di fronte allo schermo del suo computer mentre, con occhi sognanti, rivive le fasi dell’eterna sfida che vede fronteggiarsi personaggi amati come Franco Roso, Suka Mas, Bozzo e tanti altri. Un duello che si perpetua e che cela dietro lo scherzo ma con rivalità che penetrano e devastano i meandri di una decine di psichi contorte. Ultraquarantenni che, lungi dal rassegnarsi al declino del tempo, sottopongono i propri corpi a delle prove superiori alle forze residue che ancora animano quelle membra. Non a caso, il sottotesto delle cronache canaliane, è pervaso da richiami alla vecchiaia e all’abbandono e strappa persino una lacrima la storia di questa lotta tra il giovane e il vecchio, tra il nuovo che avanza esuberante e l’antico che si difende con disperata saggezza. Ma il sottotesto, come insegnava l’eterno Shakespeare, ha diverse chiavi di lettura. E quindi, grattando tra una valutazione tecnica e uno sberleffo, chi scrive procede come un cercatore di pepite in una miniera che si fa via via più buia, e che passo dopo passo ti porta alla scopertà di verità che, una volta raggiunte, quasi preferiresti non aver mai agognato. Infatti emerge, in un nitore che illumina e acceca al tempo stesso, il dramma del Canale: la sua cripto omosessualità. Leggete con attenzione quelle frasi in cui si parla, con finta indifferenza ma con evidente cupidigia, di sfinteri offerti alla vigorosa sfranta degli avversari. Soffermatevi con cura su quel richiamo a un ruolo di valvassore del maschio nei confronti di una dama che però ha un evidente rapporto con S. Faustino (detto il Priapico). Tornate su quei richiami a compagni di gioco dei quali lui non mette in dubbio la virilità (ma mille sono i suoi dubbi sulla propria, perbacco!). E poi quella mezza confessione, quando senza parere cita “ambienti gay”, luoghi che evidentemente il Canale conosce bene. Per non parlare dei nomignoli con i quali descrive compagni e avversari. Quanti sogni proibiti avrà fatto il nostro Sergio su quell’evidente richiamo sessuale che si nasconde dietro il Rotolone di San Paolo (magari in un manage a trois con Bozzo)? Quali ricordi ancestrali risveglierà in lui Suka Mas? Quanto desiderio pervade le sue viscere nel pensare ad Alfredo il Bello? Come sognerà di essere sbranato dal Lucammanaro? Gentili lettori, chi scrive non ha nulla contro gli omosessuali. Ognuno ha il diritto di vivere la propria vita e la propria sfera sessuale secondo le naturali inclinazioni. Ma basta con l’ipocrisia. Basta con le mezze verità. Al diavolo il subdolo inganno, specie se perpetrato ai danni di persone amiche. Ed è proprio a loro, compagni e avversari di ingenue (per loro) partite che ci vogliamo rivolgere. Fate attenzione… con Canale il fallo da dietro sta per divenire una trista realtà.

lupo ha scritto il 25 mar 2009 alle 00:00...

Bello, un pò troppo sintetico, ma bello

ssorgente ha scritto il 25 mar 2009 alle 00:00...

suka mas, stacce. canalediscòlo sarà impietoso a volte ma, visto la sua posizione privilegiata cioè fermo in campo sia che si trovi in mezzo ai pali sia che vagabondi senza meta nel campo portando seco 98 kg di massa grassa (e un paio di grammi di massa cerebrale) è in grado di leggere le partite meglio di tutti noi che arranchiamo, in mutande, dietro na palla.

mazzuk ha scritto il 25 mar 2009 alle 00:00...

giudizi fuorviati da un evidente conflitto d'interesse. voto 2